Analisi melodiche

Le note che compongono una melodia possono essere sostanzialmente di due tipi:

Cordali

  • Note che possono avere qualsiasi durata ed effettuare salti di ogni tipo, che a loro volta si dividono in due categorie: Le note dell’accordo e le tensioni (per un elenco dettagliato vedi Famiglie degli Accordi).

Di approccio

Comprendono tutte le forme di note non cordali (non appartenenti quindi all’accordo su cui sono suonate), che tratteremo in questa sezione, ma possono anche essere note cordali con funzione d’approccio. E’ importante innanzitutto chiarire qual è la principale differenza tra queste due categorie di note:

  • Le note cordali possono avere qualsiasi durata e, nel caso delle note dell’accordo, possono essere usate in qualsiasi ordine. Le tensioni hanno la tendenza a risolvere sulla nota dell’accordo posta un tono sotto. Le precauzioni che è necessario avere (per ogni tipo di nota cordale) sono prevalentemente di tipo armonico e riguardano l’altezza in cui possono essere suonate queste note e la relazione con la disposizione delle voci dell’accordo (vedi lezioni specifiche).Esse costituiscono l’ossatura di una melodia e spesso sono le uniche note presenti in essa.

  • Le note non cordali devono essere di breve durata e devono avere come obiettivo una nota cordale, che possono raggiungere nei modi che saranno elencati di seguito. Si troveranno principalmente (ma non esclusivamente) sui tempi deboli della battuta (nel caso di una melodia in 8vi ce ne saranno probabilmente di più su quelli pari) e possono essere cromatiche o diatoniche. Sono diatoniche se fanno parte della scala scelta per quell’accordo, cromatiche tutte le altre. Questa distinzione è particolarmente utile se si deve “armonizzare” una melodia (che significa assegnare ad ogni nota un accordo diverso) e anche l’analisi potrà spesso essere fatta in più modi per poter scegliere strade diverse di armonizzazione.
Es. 1 note di passaggio
  • Nell’es. 1 le note di passaggio diatoniche (F e D) collegano sui tempi deboli le note della triade di base. E’ questa una situazione classica, che non può essere interpretata diversamente.

  • Nell’es. 2 sono usate di passaggio il A (la 6a), e il C (la1a). Essendo queste di solito due note cordali, può risultare più difficile analizzare questo frammento melodico, tuttavia è la loro collocazione che ce le fa giudicare in questo modo.

  • Nell’es. 3 la 9a, che è una tensione, effettua il movimento naturale di risoluzione verso la tonica e viene inserito un cromatismo tra le due note.

  • Nell’es. 4 i due cromatismi sono ascendenti ed il secondo è inserito tra la 9a (che stavolta non risolve) e la 3a. Questa situazione può essere anche classificata come doppio cromatico (specie se il D dura un 8vo e parte in levare).
Es. 2 note di avvicinamento
  • Nell’es. 1 il E non essendo preceduto da nessuna nota può essere considerato di avvicinamento.

  • Nell’es. 2 le note dell’arpeggio sono avvicinate dal basso diatonicamente, mentre nell’es. 3 gli avvicinamenti sono cromatici.

  • Nell’es. 4 sono avvicinate la 9a e l’11ma (il F, anche se è la 3a, in questo caso ha funzione d’approccio).
Es. 3 note di volta
Es. 4 risoluzione ritardata (o indiretta)

Essendo la risoluzione ritardata composta di 2 note ci potevano essere altre possibilità di arricchire la stessa melodia, ma per esigenza di sintesi ci siamo limitati a questi esempi.

  • Gli es. 1 e 3 usano note diatoniche rispettivamente dal basso e dall’alto.

  • Negli es. 2 e 4 sono state usate anche note cromatiche.

E’ importante osservare che dal basso i cromatismi funzionano sempre (in tutte le forme d’approccio) mentre dall’alto possono risultare più aspri (la scelta sarà legata allo stile e al gusto personale).

  • Nell’es. 4 il F# è stato ritardato di un 8vo perché, se il tempo non è troppo veloce, può risultare  più dissonante. Per lo stesso motivo nell’es. 2 è stato usato il A e non il Ab.
Es. 5 doppio e triplo cromatico
  • Nell’es. 1 il doppio cromatico unisce prima due note dell’accordo e poi 2 tensioni.

  • Nell’es. 2 c’è un cromatismo triplo che collega il B al G ed un doppio cromatico tra il G e il E.

  • L’es. 3 è l’esatto contrario del 2

  • Nell’es. 4 il dc tra il G e il B non riempie completamente lo spazio tra le due note (come negli esempi precedenti) ed il E (ultima nota della battuta) è raggiunto da due note cromatiche (la prima delle quali inizia sul tempo forte) senza essere collegato con altre note cordali.

A conclusione di questa parte teorica e prima di eseguire gli esercizi che vi saranno assegnati osservate con attenzione l’esempio seguente.
Si tratta delle prime 8 battute del tema di “Darn that dream” una ballad di Van Heusen.
Osservate l’analisi melodica della melodia originale e poi come è diventata con l’utilizzo delle varie forme d’approccio.
Le note non indicate, per comodità, sono quelle con funzione cordale. 
Sono evidenziate solo le tensioni e le forme d’approccio.

Tema «Darn that dream» di Van Heusen
Condividilo su: