Armonia

L’arte di combinare più suoni tra di loro affini è il modo più comune di definire l’armonia.

Dei tre elementi base della musica, l’armonia è quello che ha avuto il maggiore sviluppo nella civiltà occidentale e questo tipo di conoscenza è confluito in gran parte nella musica Jazz.

L’aver seguito, su quest’argomento, studi classici approfonditi, è naturalmente di grande utilità.

Bisogna comunque considerare che per un utilizzo pratico in ambito moderno è necessario “scremare” ed adattare le proprie conoscenze ad un nuovo linguaggio particolarmente semplificato, che deve diventare uno strumento di comunicazione rapido e pratico tra i vari componenti di un gruppo. (Le indicazioni qui presenti saranno di questo tipo).

Le armonie che più frequentemente (in alcuni generi esclusivamente) utilizzeremo sono legate al concetto di tonalità, che si basa sull’attrazione che la tonica (I grado) esercita nei confronti della dominante (V grado). Per capire come mai questo avviene, è d’aiuto conoscere la teoria degli armonici.

Dall’armonizzazione della scala maggiore otteniamo gli accordi diatonici della tonalità maggiore.

Su ogni grado avremo accordi diversi (a tre parti: triadi, a quattro: settime) e, disponendo in verticale le note di ogni modo (scale che partono da ogni grado), avremo le estensioni (9, 11 e 13ma) che, a seconda della collocazione dell’accordo rispetto alla tonica potranno coincidere con le tensioni (note che sostituiscono quelle dell’accordo, vedi famiglie).

Armonizzando le scale minori (naturale, melodica e armonica) ricaveremo altri tipi di accordi utilizzabili in tonalità minore e, in molti casi, anche in quella maggiore.

Ogni accordo, in base alla posizione rispetto al centro tonale, avrà una determinata funzione che sarà di semi movimento (sottodominante), movimento (dominante) e riposo (tonica).

Il movimento delle fondamentali, eseguito dal basso o da uno strumento che può operare in un registro analogo è detto cadenza, e la sua assimilazione, non solo teorica, è imprescindibile per capire l’armonia. Per comprenderne a fondo l’importanza questo ruolo è paragonabile a quello delle fondamenta in un edificio.

In alcuni casi, per esigenze melodiche o per creare pedali, al basso saranno date note diverse (rivolti) dalla fondamentale e, approfondendo lo studio vedremo che, nel rispetto delle precedenti regole, sarà possibile compiere linee melodiche anche molto interessanti e articolate (walkin’ bass).

Una volta compresa la struttura armonica principale e individuato eventuali modulazioni s’impareranno a riconoscere e a usare gli accordi di passaggio (solitamente collocati nei tempi deboli) che possono essere diatonici, cromatici, dominanti secondarie o con parallelismi di vario genere (armonia funzionale).

Collegare accordi tra loro rispettando la tendenza di alcune voci a risolvere in determinate direzioni e l’esigenza di mantenere le note comuni nelle stesse voci è alla base di un lavoro molto importante denominato continuità armonica, che getterà le basi per la scrittura di Background (sfondo) che, nella chitarra altro non è che il nostro modo di accompagnare (armonia con strumento), tenendo conto naturalmente anche degli aspetti ritmici e melodici.

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