Poliritmia

La sovrapposizione di più ritmi contemporaneamente è detta poliritmia.

Imparare a dare a una melodia sistemazioni ritmiche diverse da quelle che generalmente ci si possa aspettare significa, in molti casi, rigenerarla, sfuggendo a soluzioni ovvie.

Non ci si deve mai scordare però che il fine ultimo deve essere il fare musica, cercando di non assecondare, se non in fase di studio, pratiche di pura ginnastica mentale.

Fatta questa doverosa premessa, consideriamo ora alcuni possibili modi di affrontare la questione.

Come sempre, è possibile imparare ciò che ci interessa con un attento ascolto in prima battuta e con l’esecuzione di quanto appreso in un secondo tempo.

Questo resta il modo migliore e il più musicale per acquisire qualsiasi nozione, e il nostro compito, a questo punto, potrebbe ritenersi terminato.

Comunque, a parte il fatto che molti commettono il grave errore di affidarsi completamente alle “cure” dell’insegnante, tralasciando di operare l’imprescindibile pratica sopraccitata, per i più questo non è assolutamente sufficiente, ed è qui che si deve intervenire, affrontando la questione nel modo più razionale possibile.

Ogni gruppo melodico ha un suo “habitat naturale”, ad esempio una sequenza ripetuta di 3 note sarà facilmente associabile ad un tempo composto (9/8, 12/8 ecc.).

Gruppi di 3

Sarà sufficiente, in questo caso, inserire tra un gruppo e l’altro una pausa di un 8vo, per ottenere il seguente effetto:

4 su 3

Un gruppo di tre sovrapposto a un tempo binario darà questo risultato:

3 su 4

Variazioni analoghe sono naturalmente possibili anche per gruppi di 2, di 4 o più note (vedi “varianti ritmiche”), ed applicabili ai vari tipi di pattern (vedi tabella generale pattern) in moltissimi modi sullo strumento.

Utilizzando delle basi, al posto del metronomo, sarà possibile abituarsi all’effetto di queste poliritmie sulle principali strutture armoniche, traendo maggiori vantaggi dallo studio.

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