Tecnica presentazione

La tecnica chitarristica è spesso associata superficialmente soprattutto alla velocità dell’esecuzione ma, ovviamente, questa prospettiva è incompleta e inesatta. Si tratta in realtà di controllare il proprio strumento sotto molti punti di vista e l’esecuzione di studi o brani in cui sono presenti molti degli aspetti di base comporta, nella fase iniziale, la difficoltà di assimilare e maturare a fondo ogni tipo di problema. Questo perché per acquisire un automatismo di qualsiasi genere sono necessarie molte ripetizioni distribuite su un periodo abbastanza lungo (trenta – sessanta giorni).

Inoltre è molto importante inserire un aspetto alla volta poiché fintanto che l’automatismo non si è ancora formato la nostra concentrazione durante lo studio non deve essere distratta da altri elementi. La chitarra, poi, utilizzando solo in parte la tecnica acquisita con gli studi classici, crea maggiori problemi rispetto ad altri strumenti (come il pianoforte o archi e fiati in genere, che devono lavorare soprattutto per crearsi un proprio suono e acquisire un nuovo linguaggio). L’uso del plettro al posto delle dita fa sì che l’impiego della chitarra a plettro “moderna” sia principalmente solistico (e quindi melodico), o ritmico (quindi armonico). Raramente le due cose si trovano contemporaneamente e si rende perciò necessario un nuovo sforzo per formarsi una tecnica che sia mirata alle esigenze di questo (relativamente) nuovo impiego dello strumento.

Il metodo qui proposto si basa su diversi esercizi di tecnica di base (per ognuno dei quali dovranno seguire alcuni studi). Essi dovranno occupare una parte consistente del nostro tempo dedicato allo studio. Parallelamente si potranno fare studi su melodie o brani utilizzando una o più tecniche di base. Questo tipo di lavoro, apparentemente più lento, darà in un secondo tempo, grazie all’approfondito controllo dello strumento, la possibilità di dedicare maggiormente la nostra attenzione agli aspetti più formali e “creativi” di ciò che studieremo o suoneremo.

Oltre a questi esercizi di base una parte consistente del lavoro consiste nell’assimilazione di pattern di vario genere basati sulle principali scale e su una scelta di applicazioni (salti, gruppi, arpeggi ecc.) da eseguire in vari modi: Restando nella stessa porzione del manico (studio delle cinque posizioni). Spostandosi lateralmente (particolarmente utile per gli studi diatonici) su un determinato set di corde o a tutta estensione. Al capotasto (quindi utilizzando le corde vuote).

Naturalmente anche gli studi armonici seguiranno gli stessi principi (vedi Armonia applicata allo strumento). La tecnica di base potrà essere mantenuta ma passerà sicuramente in secondo piano e utilizzata al bisogno. Lo studio di diteggiature altrui (meglio se da fonti diverse) è molto importante per crearsi poi un proprio modo di diteggiare e quindi di muoversi anche improvvisando sullo strumento.

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