Intervalli

Prima di ogni altra cosa il nostro orecchio deve essere educato a riconoscere la distanza tra due suoni (intervallo), sia melodicamente (in successione), che armonicamente (contemporaneamente).

Mettendo in relazione le note che compongono un accordo si ottengono diversi intervalli (il numero varia secondo quante note è composto l’accordo), mentre in una melodia si dovrà riconoscere la distanza tra note adiacenti ma anche tra punti “cardine” (ogni frase è composta di note cordali e d’approccio, vedi analisi melodica).

Chi ha studiato solfeggio cantato a fondo non avrà particolari problemi, mentre i consigli che seguono sono rivolti a chi possiede solo una sommaria infarinatura o non si è posto la questione per niente.

Associare a ogni intervallo (ascendente e discendente) un inizio di melodia conosciuta, è la via più rapida e intuitiva per imparare a riconoscerlo.

Ognuno dovrà prepararsi una propria tabella (non essendo possibile stabilirne un’universale) in cui, in parte a ogni intervallo, sia indicato il brano o frammento cui fare riferimento.

Non è necessario tentare di completarla tutta sin da subito (per alcuni intervalli non è semplice trovare associazioni), ma è possibile farlo anche strada facendo.

Chi ha una buona conoscenza del repertorio Jazzistico può trovarne alcune già compilate nelle basi Aebersold.

Alcuni programmi per PC sono di grande aiuto, permettendoci di esercitarci con intervalli, scale e accordi, riconoscendoli o riproducendoli con uno strumento midi.

Abituatevi a riconoscerli e a ripeterli con lo strumento anche nella musica che ascoltate abitualmente, fino a diventare molto rapidi, perché qualunque rallentamento in questa fase si ripercuote inevitabilmente sul lavoro riguardante le scale, gli accordi e le strutture.

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