Studio di Temi e Assolo

Contemporaneamente (nei limiti del possibile) a un approfondito studio dei patternapplicati alle principali scale, che ci daranno una padronanza diversamente non raggiungibile nel breve-medio periodo, è doveroso (oltre che più divertente) dedicarsi allo studio, sia pratico sia teorico, delle melodie da noi preferite.

Anche (anzi, soprattutto) chi non si sente portato a farlo dovrà applicarsi a questo tipo di lavoro, per il motivo che è solo dall’attento ascolto (non ci si deve stancare di ripeterlo) che si possono comprendere a fondo i vari aspetti della musica.

Tutta la “carta” di questo mondo sarà quasi inutile se non si abbina la lettura all’ascolto (e trascrizione) della musica.

Viceversa è possibile sviluppare un’ottima musicalità anche nella totale (o quasi) ignoranza delle regole musicali, ripetendo quello che è già stato fatto da altri. Naturalmente le due cose insieme… Per ovvi motivi i soggetti più a rischio provenivano, fino a qualche tempo fa, dagli studi classici o dalle Bande, ma con la diffusione di Scuole di Musica private, non esclusivamente indirizzate alla musica classica, ci s’illude che anche generi che per “tradizione” s’imparavano dai dischi possano essere insegnati con gli stessi risultati.

Cercare di ricavare con esattezza un assolo di chitarra Rock (ma non solo, ovviamente) dalla carta è, a causa della complessità del risultato, una partita persa in partenza, se non si abbina all’ascolto.

Pratica

È consigliabile iniziare studiando temi brevi (particolarmente adatti allo scopo i Blues, utilissimi anche per la necessità di acquisire la sonorità particolare), allungandola gradualmente quando la velocità di apprendimento migliora.

Meglio iniziare con i temi anche perché si tratta di melodie particolarmente efficaci e curate, per loro stessa natura destinate a resistere maggiormente all’usura del tempo.

Nel caso della musica tonale (che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi), la melodia deve rispettare i cambi armonici del brano, avendo di conseguenza alcuni vincoli che conducono alla creazione di “frasi tipo”, cui non si potrà sfuggire completamente.

Per non uniformarsi troppo è importante imparare temi (o assolo) di autori diversi, senza fissarsi troppo su un unico interprete (sempre che ci sia il tempo di farlo anche con diversi altri).

Inizialmente è opportuno cercare alcuni temi già diteggiati (vedi diteggiature), meglio se da persone diverse, per impadronirsi di varie tecniche e poter fare più consapevolmente, in seguito, la propria scelta.

E’ preferibile scegliere le melodie da imparare tra quelle che preferiamo, sempre che siano alla nostra portata dal punto di vista tecnico.

Suddividendo le melodie in alcuni (3 o 4) livelli di complessità (non legati alla sola velocità, ma soprattutto (vedi tecnica di base) all’uso del legato, vibrato, snodo, trillo, accenti, dinamiche, allargamenti ecc.) si riuscirà a dar la giusta gradualità al nostro lavoro e a ottenere, di conseguenza, i migliori risultati.
Molto utile può essere riprendere lo stesso gruppo di temi a ogni livello, andando di pari passo con la nostra crescita sia tecnica sia teorica.
Meglio trascriversi il brano che ricavarlo da una partitura, anche se può significare, inizialmente, mettere sulla carta cose molto semplici e impararne, con lo strumento, altre più impegnative.

Cercare di ricavare, ascoltandole, le diteggiature e le tecniche usate per ottenere un dato effetto, indicando nella trascrizione anche gli accenti e le dinamiche.

Imparare le stesse melodie al capotasto, in posizione e in orizzontale (su una o più corde secondo l’estensione), sfruttando le caratteristiche che ognuna di queste tecniche offre (vari tipi di legato, accento, differenze timbriche, glissati, bending, ecc…).

Eseguire temi di difficoltà adeguata alle nostre possibilità (se è possibile senza studiarli preventivamente) in diverse tonalità.

Quando si suona divertirsi a eseguire brani conosciuti anche dagli altri senza dare nessuna indicazione di tonalità, affidandosi solo all’orecchio, allenando in questo modo la reattività indispensabile in fase improvvisativa.

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